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sabato 9 novembre 2013

Una foto per amare Agrigento

Ieri ho assistito alla premiazione del concorso fotografico Fotografa il territorio, indetto dal Distretto Turistico Valle dei Templi. E sì, merita una pagina intera di blog. Almeno.
La premiazione si è svolta nella sala Nzemmula di Farm Cultural Park, meglio nota come Spazio Nero, lo stesso delle presentazioni dei libri che vi ho raccontato ed altri eventi culturali, per intenderci.

Ok, sono sincera: non riesco a proseguire nel racconto, perché quando una cosa è molto bella ed emoziona tanto poi è difficile da trasferire su carta - o chi per lei - con delle parole che risultino adeguate. Io ci provo.

Ho ricevuto l'invito qualche giorno fa da Adriana, la mia amica funner e compagna di viaggio romana, che lavora al Distretto ed una degli organizzatori del concorso. E' una tipa sveglia, ma questo forse l'avevo già scritto. Adriana è iperattiva, stacanovista e sempre sorridente. E' poco più grande di me, ma è comunque un idolo, e non solo perchè le voglio un gran bene.
Ha preparato grafiche, video - non tutto da sola, ma la immagino sveglia la notte per inviare comunicati e fare telefonate impossibili - ed è proprio questo, questa passione che lei mette nel lavoro e in ogni altra attività che sceglie di portare avanti nella sua vita, che fa riuscire le cose divinamente. Ieri, infatti, è stata una bella cerimonia.

Quando sono entrata in quel salotto così familiare ch'è ormai per me lo Spazio Nero, ho trovato lei seduta in postazione computer a controllare le ultime cose prima della proiezione delle foto, e Gaetano Pendolino, presidente del Consorzio Turistico Valle dei Templi. Un uomo alto e sorridente che ha aperto l'incontro con un bel discorso, che m'ha tirato la prima ondata di pelle d'oca. Se avrà modo di leggere questo post, come spero, vorrei dirgli: Ciao signor Pendolino, scusa se ti do del tu ma dentro questo blog si parla di persone con le persone, in maniera del tutto easy e friendly, quindi concedimi la confidenza di dirti che sei stato proprio bravo, e che sono cose di questo tipo che rilanciano l'economia turistica del nostro territorio. Sai, io penso che il segreto della riuscita della piccola rivoluzione che stiamo provando a fare, stia nell'innamorarsi ogni giorno di un dettaglio dei nostri posti. Qualche volta, quando ho gli scazzi - sì, in questo blog mi scappano anche le parolacce qualche volta, ma non posso definirli diversamente - dicevo quando ho i pensieri  mi metto sulla mia macchinetta blu e vado al mare, anche d'inverno, soprattutto d'inverno. Poi quando devo risalire a Favara, faccio la strada che costeggia i Templi, e la vedo libera. Libera nelle grandi zolle verdi che incorniciano mirabilmente le grandi opere greche, libera nelle colline chiazzate di marrone scuro sulla sommità e che schiariscono verso i piedi, libera nell'aria che passa attraverso quelle colonne così alte, così antiche, così naturalmente illuminate dal loro colore forte e positivo, come tante spighe che oscillano al vento, ma loro stanno ferme e immobili, da secoli, e ci guardano dall'alto combinare il delirio là sotto, in città. Ci guardano distruggere Agrigento e tutto il suo contorno di paesi, come la mia Favara, e chi lo sa, la notte parlano fra di loro o col Gigante, e non riposano mai pensando a noi. Ecco, io passo con la mia auto rallentando, e ho qualche cd buono che gira sotto, ed è il mio momento preferito. Caro signor Pendolino, mi piace il tuo lavoro e mi piace come lo fai e ti ringrazio, perchè ieri è stato proprio bello parlare di Sicilia così, con le immagini, alla Farm. E poi con una come Adriana nella tua squadra, sai, io t'invidio. Adesso che ti ho scritto così, easy e friendly e funzionale al racconto, facciamo finta che non l'ho mai fatto e quando ci rincontreremo io ti darò del lei, com'è giusto che sia, come fanno le donnine a modo.

E' stato dedicato un premio speciale ad Armando. E questo è quello a cui penso dalla prima parola del primo rigo, e da un po' prima, a dire la verità. Ha vinto una foto di Laura, una bella foto di un mare rosa con un solo scoglio solitario perso in lontananza e un orizzonte perfetto. Un premio meritato, senza dubbio. Una targa in plexiglas a forma di macchina fotografica, coi loro nomi scritti sopra. Bella, come la foto di Laura e come il mare di Armando, quello delle sue foto trafitte da fasci di luce fortissimi, gli stessi coi quali ogni giorno ci invia energia a dosi massicce. Grazie.

Un momento particolare è stato anche la premiazione di Valentina, ch'era lì con la sua mamma, Giusi. Non posso assolutamente descrivere l'espressione di fierezza sul suo volto, quando la figlia s'è alzata per ritirare il primo premio per una foto dei Templi. Giusi, in attesa della premiazione, ci ha raccontato di come loro siano stati costretti a trasferirsi a Mantova per lavoro e di quanto spesso tornino in Sicilia, ad Agrigento, perchè ne soffrono la mancanza più d'ogni altra cosa. Le ho detto che avrei scritto di lei, perchè più SemilascinonVale di questo non c'è nulla. Non so se potranno mai leggere ma le ringrazio, mamma figlia zia e cugina, per averci fatto sentire parte integrante del loro vissuto, del passato che non dimenticano pur essendo geograficamente lontane. Un amore viscerale, come il mio, come il nostro.

Perchè noi siamo quegli ottimisti che non hanno un euro in tasca ma siamo così innamorati del mare e dei nostri piccoli paesi ormai divenuti città, che crediamo non ci possano più deludere, che hanno ormai toccato il fondo e dunque non possono far altro che ripartire, rialzarsi. Siamo quelli che vedono lungo su Agrigento, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e su tutte le altre zone vicine e lontane, e ogni nostra proiezione ci appare possibile, anche se difficile. Siamo quelli che tengono duro, anche se l'amministrazione è scadente e piena di caproni, e ci affidiamo a quei pochi che fanno tanto e fanno bene, tipo Andrea e Florinda che fanno in modo, ogni giorno, che dai Sette Cortili di Favara parta energia propulsiva per tutto il territorio. Siamo quelli che sono ancora capaci di fermarsi a scattare una foto alla loro terra, come si fa con la donna amata, una donna un po' sofferente e malata, circondata da qualche buon dottore che fa i turni di notte pur di vederla continuare a respirare.

Questo concorso ne è stato la prova.

1 commento:

  1. dovevo esserci, purtroppo non è stato così, leggendo però, per caso,la tua lucida, puntuale e sentita descrizione della serata, se da un lato il rammarico per non essere stato presente aumenta, dall'altro mi fai sentire orgoglioso di essere "tra quelli che sono ancora capaci di fermarsi a scattare una foto alla loro terra"
    Grazie, ciao.

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