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giovedì 17 maggio 2018

Aspettando Antonio in compagnia di Zenzero: la mia gravidanza con un figlio chihuahua

E' necessario dire che lui l'aveva capito prima di tutti e che, in effetti, non avendolo scoperto col classico test di gravidanza, possiamo considerare che il mio primo test positivo è stato il mio cane.

Non ho vissuto il momento (tanto sognato) dell'uscire dal cesso con l'astuccio con le beate due linee rosa da sbattere in faccia a Gabriele, perché - come già raccontato nelle puntate precedenti - Antonio è venuto fuori direttamente dall'ecografia, coi suoi 17 millimetri di vita pulsante.
Tutto ciò che è avvenuto nelle settimane prima, era stato decifrato come una banale influenza, durante la quale Zenzero, curiosamente, aveva iniziato a dormire con la testa poggiata sulla mia pancia.
Ma facciamo un passo indietro.
Dal giorno in cui è diventato figlio nostro, lui dorme nel lettone, cosa che continua tutt'oggi a fare, rigorosamente abbracciato alla sua mamma, che sono io. Il suo angolino è all'altezza della mia ascella, che riempie con meticolosa precisione, col suo capino bicolore, tutte le notti. In inverno ha l'abitudine di scavare con la zampina sul piumone, per lasciarmi intendere: tiralo su, che sento freddo e voglio andare là sotto a riscaldarti i piedi. Io lo faccio e dormiamo felici: io coi piedi caldi, e lui avvinghiato a me.
Da quando ho iniziato ad avere i sintomi di ciò che poi si è rivelato una gravidanza, al momento della nanna, Zenzi ha mutato la consuetudine: sotto al piumone ci va per abbracciare la mia pancia, custodirla e proteggerla. E adesso, inevitabilmente, per sentire i calci di Antonio, che cominciano a vedersi anche da fuori. Il mio bambino peloso si diverte, ma si scazza assai quando qualcuno prova ad avvicinarsi a me, ad abbracciarmi, a darmi una carezza, a introdursi in casa nostra amichevolmente. E' il mio bodyguard chihuahua e, in quanto tale, il suo mestiere è quello di proteggermi da ogni eventuale minaccia per me e suo fratello. Siamo Kevin Costner e Whitney Houston, in pratica

Solo Gabriele (e neanche tutti i giorni) ha diritto a:
- n.1 bacio su guancia di mamma;
- n.2 abbracci, distribuiti nell'arco della giornata con intervalli di almeno sei ore;
- n.2 pasti consumati insieme, a patto che lui, sotto al tavolo, possa beneficiare di pane e avanzi di pollo.

La cameretta di Antonio, invece, è luogo di ricognizione quotidiana: quando apro la porta per rivedere la lista di ciò che ho e ciò che manca, Zenzero si infila sotto al letto, annusa il fasciatoio e verifica che i vestitini siano realizzati con la qualità migliore di cotone presente al mondo. Come? Annusandoli, ovviamente. Uno starnuto vuol dire ok, due starnuti buttalo che fa schifo.
Certo, è cambiato il modo di gestire la questione pipì e popò canina: bagnetti, e chili di salviettine imbevute per ripulire le zampine ogni volta che esce in balcone o fa una passeggiata, musino sempre lindo e perfetto, e guanti in lattice per buttare via la traversina assorbente. Siamo innamorati ma non sprovveduti, e sappiamo che applicare le dovute cautele igieniche alla convivenza col nostro cagnolino, significa essere genitori responsabili che non vogliono correre rischi inutili per la gravidanza. Ma questa è la sua casa, e tale resterà, fino a che il buon Dio mi darà il privilegio di vivere con lui, e coccolarlo in dosi massicce.
Adesso, che la panza cresce, e la notte va spesso in bianco, lui non dorme, veglia con me. Fedele compagno nell'insonnia e negli attacchi di narcolessia post-prandiali che mi acchiappano ferocemente: russa come un uomo fatto e finito, ma scatta come un felino quando recito la sua preghiera preferita: ho fame Zenzi, andiamo a mangiare.
Anche i miei break sulla sdraio, tra un lavoro e l'altro, sono puntualmente controllati dal mio cucciolo: mangio lo yogurt e gli lascio leccare il barattolo alla fine, guardiamo il Grande Fratello (e un po' ce ne vergogniamo), la frutta un morso io e uno lui, e poi ci rituffiamo nel lettone. Quando Gabriele è a lavoro, lui si distende al suo posto e mi fissa nel gli occhi, fino a quando non crolliamo. Ogni colpo di tosse, starnuto o conato di vomito, lo allarma: per i primi quattro mesi, quando le nausee mi sfinivano e tenevano legata al water, lui non mi ha mollata mai neanche un minuto. Zenzero si sedeva ai miei piedi, e quando mi vedeva star troppo male, correva ad abbaiare a Gabriele o in prossimità della scala del condominio, perché qualcuno venisse in mio soccorso. E' mio figlio, anche lui.
E l'altro giorno, quando pensavamo al tappetone di gommapiuma su cui piazzeremo la palestrina per il bimbo, li abbiamo immaginati insieme - come dal primo giorno - a farsi le coccole. Antonio che gli tira la coda, e Zenzero che gli ruba la merenda. Il più bel regalo che potremo fare a nostro figlio, sarà un fratello chihuahua, con cui crescere e imparare a camminare, ad amare gli animali e ad averne rispetto sempre, amandoli come persone. Sarà ricco di quest'amore unico e irripetibile e, si spera, lo coltiverà con altri cuccioli nella sua vita. Da grande poi gli racconterò di come suo fratello Zenzi aveva capito tutto prima di mamma e papà, e già lo amava da morire.
E lo proteggeva dal mondo.

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