Cercavo un titolo per raccontarvi questi due giorni che ci separano dalla data che ormai il lettore conosce a memoria come fosse il suo compleanno, e ho tirato in ballo Lui - sapevo che prima o poi l'avrei fatto - il mio affezionato Piccolo Principe, nel passo che parla dei riti e delle emozioni causate dall'attesa di qualcuno o qualcosa:
[...] Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. [...]
Un rito è ormai quello che si è stabilito col lavoro di FUN all'interno del Castello, con gli appuntamenti che ci diamo, i 'passa a prendermi tu...', i 'porta il caffè...', le nostre corse in campagna alla ricerca di fresco e relax a fine giornata. Il lettore sarà ormai avvezzo alle mie smancerie e alle punte di lirismo che mi permetto di toccare parlando della Squadra, e oggi - che il giorno è vicinissimo - mi concederà quest'ulteriore picco d'affetto, meritato, verso i miei compagni. E poi c'è l'attesa della vostra venuta, il 29 giugno alle ore 18, quando apriremo i battenti. E quando Farm Cultural Park - come vi avevo annunciato già - spegnerà la terza colorata candelina. Tutto questo attendere date ed orari, mi fa felice. In ansia, ma assai felice. La cosa bella di tutto questo sono i tempi ristretti. Da un lato potrebbe sembrare un elemento a nostro sfavore, doverci sbrigare. Dall'altro, quello umano, il tempo ci ha fatto un enorme favore. In genere per affezionarsi o prendere confidenza con qualcuno, ci si deve conoscere, poi frequentare, scambiarsi i numeri di telefono, chattare su Facebook ,trovare delle cose in comune se per caso ci sono, superare l'imbarazzo e poi, solo alla fine e non in tutti i casi, si stabilisce un rapporto. Qua invece è tutt'altro: in un giorno ti trovi a conoscere qualcuno e chiamarlo per nome indipendentemente dal ruolo professionale che svolge nella sua vita, ci lavori insieme, ci prendi un caffè, ci scherzi, gli racconti le tue cose e a fine giornata ti dispiace salutarlo, perchè avete sudato insieme per costruire qualcosa e già un po' gli vuoi bene. Non c'è tempo di cercare un'intesa, di esplorarsi, di capire. Sei lì e concentri tutto lo scambio e la cooperazione in quel momento, senza alternative. In 24 ore tutto questo è possibile. Moltiplicate tutte queste sensazioni per due mesi circa, solo così potrete capire cosa intendo dire.
L'altroieri sera è arrivato a Favara Manfredi Leone, professore architetto di Palermo, insieme a due suoi collaboratori, Gaetano e Pietro. Adriana, Filippo ed io, abbiamo bevuto una birra con loro al Caffè Italia e poi li abbiamo accompagnati al Belmonte Hotel. La mattina successiva alle otto e mezzo - io col mio margine di mezz'ora di ritardo - eravamo operativi al Castello per tirare su le installazioni della Sala di Manfredi: la mostra Be Greener. Non voglio anticiparvi le coccole che faremo al vostro olfatto e alla vostra vista, in quella sala, mi limiterò a dire che è piena di natura, profumi e colori, ed è un piacere abitarla anche se solo per pochi minuti. Manfredi Leone è un architetto simpatico, molto più alto di me anche se non ci vuole molto ad esserlo, e ha una forte cadenza palermitana, quella che nella mia memoria e nei miei pensieri sulla terra e le radici, incarna perfettamente la Sicilia e ogni sua componente solare e viva. Gaetano e Pietro sono veloci, sorridenti e si è creato subito un gran clima di simpatia e collaborazione. Sono felice della giornata di ieri, dei giri al vivaio, dei vasetti in ceramica, delle mille telefonate pianificatrici con Filippo.
Adesso questo mio spazio è sbarcato su Facebook, con una pagina tutta sua ( https://www.facebook.com/SeMiLasciNonValeIlBlog?fref=ts ), a scopo divulgativo/conoscitivo su quello che racconto e non con la pretesa di avere dei fan o degli ammiratori segreti di quelli che ti spediscono le rose a casa, con un invito a cena superlusso (comunque se qualcuno volesse farlo, dico, mi accontento di un McDonald's esagerato, con Sundae al caramello alla fine, e alle rose preferisco la lavanda. Così per avvisare.) Ringrazio sempre, con le stesse guanciotte rosse di Heidi che resta sola sul cocuzzolo della montagna con Peter, chi mi segue e tramite i miei racconti segue Favara e la sua nuova storia rossa a pois bianchi.
Il countdown di oggi è da brivido: - 2. Vi aspetto.