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martedì 7 gennaio 2014

Io, l'influenza, l'America.

Ce ne hanno dette tante su come buttar giù i chili di troppo che ci farciscono il culo dopo le feste.
Bere tanta acqua, mangiare verdure, fare movimento e dormire bene. Insomma una vita sana garantisce un corpo sano e snello, e questa non è una novità. Richiede qualche sacrificio, è vero, ma ne vale la pena al momento dei conti sul quadrato dalla lancetta maledetta meglio noto come: bilancia.
E poi ci siamo noi, quelli che per salutare quei due chiletti di Pandoro e fritti misti, hanno scelto di ammalarsi, di prendersi la consueta febbre stagionale che ci attanaglia annualmente proprio sul finire delle vacanze.

Io sono particolarmente cagionevole. Lo so io, e lo sappiamo tutti.
Questa volta però mi pare che ce la siamo beccata in tanti, e l'ho capito da due cose:
- questa nuova modalità di Facebook grazie alla quale possiamo impostare il nostro umore allegando una faccina correlata, ecco: otto amici su dieci ci hanno comunicato con la faccina verde che sono malati di bastarda influenza, maledetta febbre e cazzo la gola; - la pubblicità di centinaia di farmaci diversi per mal di gola, tosse secca, tosse grassa, febbre e dolori articolari. I principi attivi sono sempre gli stessi e curano tutti allo stesso modo. Vince però lo sciroppo con lo spot più accattivante, anche se generalmente la storia è sempre quella di una coppia di sposi, lei che struscia un pochettino la patatina sulla gamba di lui infermo che continua a starnutire sotto mille plaid grigi e a cercare fazzoletti per il naso che cola, e non se la caca di striscio, allora lei si rompe i coglioni va in farmacia e compra le bustine da sciogliere in acqua calda e il Durex massage per quando il marito si riprenderà (ma questo è quello che non ci fanno vedere), ripresa che avviene per altro immediatamente dopo l'assunzione della bustina miracolosa, anzi proprio durante, mentre la manda giù dalla tazzona ancora fumante.
Questa è la triste e nota storia dei farmaci anti-influenzali italiani, un bellissimo show soft-core, come tutto il resto.

Ma non è questo il luogo e non è l'argomento di cui voglio parlare.
L'argomento di cui voglio parlare invece è: l'America.
Non l'America in generale, ma una precisa fetta di quel gran ciambellone variegato che è il Continente. La mia influenza, o dieta naturale post-feste, chiamatela come volete, mi ha costretta a letto a guardare la tv per ben quattro giorni, senza smettere mai. L'unico canale che riesco a guardare, se proprio devo, è MTV, ma da adesso sarebbe più appropriato utilizzare l'indicativo imperfetto voce del verbo riuscire: riuscivo.
Ho visto a rotazione repliche su repliche di: Sixteen and pregnant, Teen mom, Plain Jane, Friend Zone, Catfish e Adolescenti XXL, e ne ho conseguentemente dedotto che gli adolescenti del Broccolino:
- a soli 14 anni hanno una vita sessuale da fare arrossire Rocco;
- hanno genitori troppo accollativi che accettano di buon grado le loro precoci gravidanze e gli mettono a disposizione mezza villa per sposarsi e crescere the baby;
- se si vedono grassi fanno due cose: o cercano l'amore sui social network usando le foto di altre persone o si rivolgono ad un programma che gli garantisce un personal trainer;

Il punto è questo: sono insicuri.
E se lo stereotipo dell'italiano è quello dell'omino con spaghetti, baffi neri e mandolino, quello degli Americani sono quei begli omaccioni alti e palestrati che masticano chewing gum e mangiano pancake e guidano auto grosse che i nostri SUV in confronto sono delle Smart. La tv, però, ci dice altro, ci smonta completamente quell'ideale di forza e sicurezza che gli States da sempre accendono in noi, piccoli uomini del Sud del Mondo in via di sottosviluppo. I reality ce li mostrano sotto un'altra luce, quella che in genere ci arriva spenta, quella della totale ignoranza sulla contraccezione, dell'essere impacciati nei confronti dell'altro sesso, e del vivere male il confronto con lo specchio. Quello che succede esattamente a noi. Forse perchè la geografia c'entra ben poco, forse perchè tutto questo è prerogativa dell'essere umano occidentale che può permettersi tutta questa serie di piccole e grandi grane quotidiane. Del resto, i nostri reality non fanno altro che inviare al mondo intero un aspetto del tutto deteriore del ragazzo medio italiano: cafoni, ignoranti, venali e svogliati. Quello che solo una parte è, quello che per fortuna non siamo tutti.

Che dire, ho fatto overdose di rigurgiti di bimbi e mini-mamme in sala parto, e di ragazze cicciotte che sudano un mese prima di andare al college, adesso mi alzo dal letto, mi faccio una bella spremuta d'arancia e fanculizzo tutti gli spray rinfrescanti per la mia gola, sperando di uscire di casa domani e di non rimanere incinta per i prossimi due anni.

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