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giovedì 13 agosto 2015

#notteconlestelle - Il Festival e la scienza del cuore

Ci sono cose che, prima di essere raccontate, necessitano d'essere digerite.
Come quando le nonne, la domenica a pranzo fanno le lasagne, la caponata, il falsomagro al sugo, le cotolette, e alla fine - intorno alle quattro - si aprono i dolci che ha comprato uno zio a caso, e si finisce una bottiglia da due litri di amaro Averna. Segue inevitabile abbiocco, durante il quale l'unico pensiero è quanto ho mangiato bene e tanto. 

Questa è la sensazione che il Festival delle Scienze ha lasciato in me: come se fossi stata ad un'abbuffata di cose talmente buone e belle, per un'intera settimana, che ho impiegato un paio di giorni per rendermi conto di quanto effettivamente quest'esperienza abbia segnato il mio percorso e, chissà, magari lo segnerà ancora in futuro. Ma facciamo un passo indietro, di un paio di mesi.

Quando ho parlato per la prima volta con Tommaso Parrinello al telefono, mi ha chiesto di cosa mi occupassi e che tipo di contributo potessi dare io al Festival. Ammetto che, quando riattaccai, ebbi subito la sensazione che c'era in gioco qualcosa di molto importante, una grossa opportunità. Allora, andai su Google e cercai Festival delle Scienze, Associazione Notte con le Stelle e Tommaso Parrinello. Trovai una serie infinita di articoli che mi parlavano di lui come grande uomo di scienza e di grande responsabilità. Seguirono altre telefonate organizzative, Tommaso mi parlò di Carlo Rovelli , delle sue Sette brevi lezioni di fisica, e di come avremmo dovuto impostare questo evento.
Non sapevo ciò che mi aspettava e ciò che poi avrei vissuto.

Adesso vorrei raccontarvi ogni singolo momento registrato nella mia mente durante la settimana dal 4 al 10 agosto, ma non posso, per ovvi motivi di spazio. Vi dirò ciò che posso, cioè che ho visto decine e decine di bambini arrivare, anche da fuori Agrigento, coi loro genitori solo per vedere gli esperimenti scientifici e giocare nei vari stand e centinaia di adulti, tutte le sere alle 21, seguire le conferenze di tanti ospiti importanti nel panorama della scienza, della fisica, della filosofia e dell'innovazione. Il pomeriggio, nello stand dell'Agenzia Spaziale Italiana si poteva guardare il modello Philae della missione Rosetta, spiegata per filo e per segno da Maria Rosaria D'Antonio dell'ASI, e da Alessandra Renieri, dottoranda in Matematica all'Università di Camerino. Poi si passava ai favolosi ragazzi del BIS Italia con i loro modellini di rover marziano e le simulazioni sulla terra battuta della Valle dei Templi e il simulatore di allunaggio. Seguiva lo stand dell'Aeronautica Militare Italiana coi suoi membri resi seriosi dalla divisa ma incredibilmente simpatici e, per finire, lo stand di Fosforo con le sue infinite bolle di sapone e i concertini con tubi pieni d'aria. Durante tutta la settimana, i bambini hanno avuto modo di farsi truccare a tema spaziale da una super make up artist, in realtà studentessa di Architettura, Altea Bruzzi, truccatrice per passione. Una squadra di volontari invidiabile si è occupata di accogliervi e verificare costantemente che tutto si stesse svolgendo serenamente, sono stati grandi!

In verità, adesso, dovrei raccontarvi la parte tecnica dell'evento. Eppure mi riesce solo di raccontarvi l'emozione dell'aver ospitato nella nostra casa più antica, i Templi, un'opportunità così grande e forte, un messaggio così importante per i giovani e giovanissimi, e per chi ci governa: la cultura può ancora salvarci. Ho lavorato con persone che hanno incredibilmente a cuore la loro professione, per questo devo assolutamente ringraziare oltre che Tommaso Parrinello, l'ingegnere Salvatore Aglieri Rinella, la giornalista Simona Davoli, Gianluca Randisi che nelle pause dal suo lavoro a Monaco mi ha dato suggerimenti preziosi su Skype, Alessio Nobile che da Amsterdam è tornato per raccontarci la sua esperienza di giovane siciliano che sta vedendo l'innovazione vera in una grande capitale europea, nella quale vive e lavora, Salvo Pluchino che grazie alle sue competenze mi ha regalato la notte di S.Lorenzo più bella di tutta la mia vita, spiegando al pubblico della serata conclusiva del Festival tutte le costellazioni con un potente puntatore laser che ne segnasse la posizione, e tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita di questa meravigliosa convention. Si sa, però, che nel fare i ringraziamenti ci si può scordare sempre di qualcuno, per questo mi scuso anticipatamente. Come potrei però dimenticare lui, l'eroe che è stato nello spazio e nel 2017 ci ritornerà? L'astronauta Paolo Nespoli. 

L'idea di poter stringere la mano, scattare un selfie e perfino mangiare allo stesso tavolo di un astronauta è l'ultima che poteva attraversare la mia mente fino a qualche settimana fa, eppure è successa. E tutto questo è per via di ciò che il mio amico Stephen Salmon del BIS di Londra e sua moglie, la critica cinematografica Rita Di Santo, mi hanno spiegato essere il concetto buddhista dell' ICHINEN. 
In un istante, presente con tutto me stesso, decido di vincere, di convogliare l'intero universo che vive in me verso una determinata direzione. Credere profondamente credere, fino al dodicesimo giorno. Non farsi scoraggiare dalle circostanze esterne, nulla può fermare un essere umano che decide di realizzare qualcosa di grande per il bene comune, curare la fiamma del desiderio, non farla spegnere, questa è l'esperienza che voglio fare ora. E' un salto di qualità della condizione della mia vita, fondamentale per me in questo momento, e poiché il potere del Gohonzon è assoluto, io lo voglio sperimentare tutto questo potere.

Ho ancora molti momenti da raccontarvi, e che meritano d'essere presi singolarmente, dare il giusto spazio alle persone e alle cose che in questa settimana ho vissuto. Per il momento, vi lascio con una storia di grande ottimismo e amicizie nate grazie alla scienza, affetti inaspettati e passioni nuove da coltivare. Riesco ad immaginare un futuro diverso per questo territorio. Oggi comincia la strada per il prossimo Festival. Io ci sono.

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