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lunedì 13 marzo 2017

Per non fermarsi.

Giorni che scivolano lenti e pieni di sonno, in quest'angolo di Agrigento chiamato: Campo.

Lavatrici troppo rumorose e ferri da stiro con cui ormai ho fatto amicizia, per forza di cose: avrei dovuto rimettere quelle camicie, prima o poi, no? Ciambelle alle fragole fresche e sentori di mandorla in questa primavera agrigentina, che mi vede ancora senza un lavoro stabile, ma immersa in un faccio cose vedo gente generale, in cui certe volte nuoto, certe volete annego. Farsi vedere sempre, è il trucco: non farsi perdere di vista, continuare sempre a fare cose, vedere gente, anche quando non si ha esattamente una valanga di energie.

Gabriele, da sempre, fa un lavoro che lo tiene fuori di casa il novanta per cento della giornata. Io, per il novanta per cento della giornata, tra un accesso Netflix e l'altro, cerco di partorire un'idea valida: per il blog, per me, per non smettere di scrivere. Non l'ho ancora trovata, ma ho deciso di aprire questa pagina e scrivere comunque, perchè (credo che) l'importante è non fermarsi, in ogni caso. Leggo, anche. E pare che quando comunque si legge, si stia seminando.

L'anno scorso, a Marzo, preparavo latino e lavoravo fitto al programma comunicazione di Aguglia persa per Mandorlara. Quest'anno, ho quasi abolito la carne rossa, ho iniziato yoga, e del Mandorlo in Fiore, non ho visto niente, pur essendo a pochi metri da tutto. Ho scoperto alcune vie di questa città, che ormai è mia, che si nascondono ad arte, per proteggersi credo, e vado a trovarle tutte quotidianamente. Il mio livello di preparazione delle lasagne è ormai pro, anche quelle verdi, col pesto di basilico fresco, comprato anzi regalatomi dal fruttarolo sotto casa.
Signorì, si purtassi 'stu mazzu!
Che sapeva un poco di amore e un poco d'insulto, a seconda dell'umore dell'ascoltatore. Poi nel pesto, al posto dei pinoli, ci ho messo le mandorle su consiglio di Giovanna, la mia vicina, e ho frullato tutto sul tavolo della cucina, schizzando ovviamente le pareti gialle con pennellate di parmigiano, olio, mandorle e basilico (o basilicò, alla sicula).

Sarebbe bello ricominciare da un'altra parte. Come si lascia la Sicilia? Come hanno fatto tutti credo, pure mia madre e mio padre: con una valigia, una speranza e la salsiccia secca e il primosale nel sacchettino, perchè dopo un tot di tempo la voglia di certi sapori pare che diventi insopportabile. Come la sensazione di sentirsi sprecati, gambizzati. E coglioni, a rimanere fermi, ostinatamente, in luogo che non ci dà ispirazioni.

E voi il pesto come lo fate? Con l'aglio o senza? Io senza.


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