E tu sei il numero:

lunedì 6 marzo 2017

Solo una vita: Marta va al Liceo Classico Empedocle

La mia prima tappa con Mariuccia e Marta è stata Favara. Casa mia.
Un inizio felice, pieno, appassionato, emozionante. 

Mariuccia La Manna è una giovane scrittrice di Racalmuto, e come ho già raccontato nella pagina del blog, qua e là, l'ho conosciuta fra i banchi di scuola: il Liceo Classico Empedocle. Non ci vedevamo da tempo, quando un amico comune ci ha messo in contatto per la presentazione favarese del suo libro d'esordio Solo una vita (ed. Bonfirraro), alle Officine Mac: la storia è quella di Marta, una giovane donna che s'innamora di uomo possessivo e violento, Paolo, dal passato sofferto, che riversa con dosi abbondanti di amore malato nel rapporto con la sua compagna. Distruggendole, di fatto, la vita. 
Abbiamo raccontato questa storia ad un pubblico, quello favarese, col supporto di un ginecologo, il dottore Ciancimino, e di una psicologa, la dottoressa Morreale, che hanno analizzato la vicenda di Marta (e non solo) da un punto di vista clinico e patologico: l'amore può essere anche malattia?
Sì, e il libro di Mariuccia - che si fa portatore di tante verità, sulle donne e sugli uomini, sul loro modo di relazionarsi sano e non - ne è testimonianza e sta facendo, con l'autrice e la casa editrice Bonfirraro, un tour italiano di tutto rispetto, e pieno di entusiasmo.

Da un punto di vista stilistico, il testo è lineare, con un lessico semplice e diretto. I periodi brevi e ben strutturati garantiscono la chiara comunicazione di un contenuto forte. Credo che proprio questo contrasto positivo tra linguaggio semplice e vicenda complessa, abbia permesso l'assimilazione di concetti e sentimenti che altrimenti sarebbero risultati pesanti nella prosa. Parlare di violenza in questi termini favorisce la natura del libro come mezzo d'informazione diffusa e, conseguentemente, di una maggiore trattazione dell'argomento su più target. La storia è incredibilmente attuale e, proprio in questi giorni, diversi fatti di cronaca si sono sovrapposti ai miei pensieri durante la lettura di "Solo una vita", una storia che non fa sconti. Come ho detto all'autrice Mariuccia La Manna, il tratto che ho apprezzato maggiormente è la verità di questa vicenda: Marta muore mille volte e mille volte è capace di rinascere, ripartire con grandi energie, facendo di ogni dolore una lezione. Se questo libro avesse avuto un happy ending stucchevole, sarebbe stato meno corretto, meno reale. E invece è sincero: la vita sa accanirsi sulla vita, e le donne - in una visione scarica di ogni sessismo, che non ammetto - hanno un'obiettiva capacità di reinventarsi un numero illimitato di volte, per loro stessa natura. Il libro veicola un messaggio di speranza, con un premio finale e inaspettato, gemma di felicità piena, rimasto a testimonianza di una valanga di dolore.

Mariuccia La Manna si fa leggere in breve tempo, rispettando un ordine temporale che pur viaggiando in avanti e indietro, resta fedele e facilmente percorribile. Il caso trattato è comune e cercherò di supportare l'autrice, durante la presentazione al Liceo Classico Empedocle, in modo da parlare ai lettori o futuri tali, generando una riflessione sulla condizione delle relazioni tra uomo e donna: il dialogo, la conoscenza, la violenza e la patologia. Spingere i partecipanti a prendere parte attiva alla conversazione è il primo step che mi piacerebbe seguire, incoraggiando l'intervento e la critica da parte dei ragazzi.

La storia di Marta si muove su uno sfondo d'amore e odio, di morte e vita, di sogni e dolore: è lo specchio diretto di ognuno di noi, con le sue piccole e grandi miserie. Chiunque potrebbe essere Marta, non tutti potrebbero essere Paolo. Seguendo questa linea, il messaggio è selettivo, di ricerca reale e di attesa di un amore sano, di un amore maggiore per se stesse, di una consapevolezza più forte del proprio corpo e del corpo dell'uomo, e del concetto di rispetto della persona e dell'esistenza stessa. La vittima resta vittima anche quando difende il suo carnefice, per questo va aiutata e protetta, non obbligata a distruggere il suo aguzzino.
Solo una vita è un romanzo con una funzione precisa, un lavoro volto alla diffusione di un messaggio forte e positivo di speranza, e per questo - a parer mio - è una vittoria, un trionfo d'amore, doloroso ma anche dolce. Come l'essenza della vita stessa.
Portare Solo una vita all'attenzione di un gruppo di ragazzi della stessa scuola che ci ha viste crescere, è quel punto di svolta che segna il passaggio da ragazze a donne per noi: crescendo abbiamo visto e imparato qualcosa, che vogliamo raccontare ai nostri colleghi più giovani, sperando che possa tornargli utile. E che possa servire a rendere migliore la vita di uno, due o tre di loro, parlando solo d'amore e protezione tra uomini e donne.

Grazie Mariuccia.

Nessun commento:

Posta un commento