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lunedì 7 ottobre 2013

"Quanto il mondo" dentro Farm. Luana Licata, il mio felice incontro.

Sabato scorso, che era il 5 ottobre, la Farm mi ha regalato uno dei suoi momenti di bellezza. E l'intera giornata è stata per me particolare, sorridente, dopo una settimana di stress. Sabato è stato bello e il destino quando ci si mette è veramente pazzesco. Ma andiamo per ordine, partiamo dall'inizio.

Quella sera, lo spazio Nzemmula di Farm, meglio nota come sala nera, è stato casa di un bel momento: la presentazione del libro "Quanto il mondo" di Luana Licata. Quando sono arrivata ai Sette Cortili, lei era seduta con degli amici a fare quattro chiacchiere prima dell'inizio, ci siamo presentate e conosciute. Non riesco mai a scrivere di quello che fanno le persone, senza prima raccontare le persone stesse, come sono fatte e le impressioni che mi hanno lasciato. Luana è bella, di una bellezza composta, educata. Dai capelli alle scarpe, tutto è perfettamente armonico nella sua figura, e la sua gestualità, il modo calmo di parlare e il timbro della voce: tutto in equilibrio. Ecco, Luana mi ha calmata. E lei non può neppure immaginarlo, lo scopre adesso, leggendomi.
Ho assistito a qualche presentazione editoriale, ma raramente mi è capitato di sentirmi così compartecipe dell'opera e dello scrittore stesso. Quanto il mondo è una storia d'amore, senso di colpa, rimorso e coraggio. E' un romanzo intimista, in parte autobiografico per quanto riguarda la componente strettamente affettiva dell'opera, il resto l'ha immaginato Luana. E l'ha raccontato. Una bambina divenuta donna, una giovane donna con un segreto compromettente per l'equilibrio di un'intera famiglia, e il rapporto viscerale d'infinito amore fra una madre e una figlia (da cui il titolo del libro, espressione tipica per designare la quantità di affetto fra genitori e figli, spesso usata dalle mamme in risposta ad una richiesta d'amore).

Nei minuti appena precedenti l'inizio della presentazione guardo l'autrice seduta al tavolo nero, con il suo libro tra le mani e il microfono. Sfoglia il volume, lo guarda dentro, legge aguzzando la vista in certi passaggi, mostrando l'attenzione che un lettore avrebbe alla sua prima volta. Dimostrando la capacità di stupirsi ancora per le sue stesse parole. Pensavo: ma se il libro l'ha scritto lei, cos'altro vuole scoprirci? Lo saprà a memoria. Lì ho capito che uno scrittore stabilisce un rapporto quasi umanizzato con ciò che ha scritto, e forse continua a parlarci, anche quando lo conosce benissimo, per scoprirne cose nuove. Proprio come fa una madre con una figlia. In buona sostanza, Luana Licata nei minuti appena precedenti l'inizio della presentazione, Quanto il mondo ce lo stava già presentando. Florinda Saieva ha guidato sapientemente il dibattito nella Sala Nera, intervallato dalla proiezione del book trailer realizzato da Corrado Boschetti e del quale consiglio la visione. (http://www.youtube.com/watch?v=m9-nimznMYM). Mi piace guardare lei e Florinda che si sorridono complici e si scambiano opinioni e visioni sull'amore familiare e non. Quante volte eventi di questo genere mi hanno trasmesso solo un triste sapore asettico di formalità e cultura stantia. Stavolta no. Stavolta mi sento a casa, dentro il suo libro e respiro condivisione emozionale. Solo quella.
Le ho chiesto cos'ha fatto quando ha capito che la storia che aveva scritto sarebbe potuta diventare un libro,  M'ha risposto:
L'ho fatto leggere a uomini, non a donne. Gli uomini sono più sinceri, si commuovono meno.
La penso come lei, ma non glielo dico. Seconda cosa che scopre leggendomi. Potrei dire che è stata una bella presentazione, ma dirò che è stato un incontro fortunato perchè qualcosa mi dice che Luana la rivedrò, per un motivo o per un altro. Forse solo leggendola, forse sorseggiando del buon vino.
Quanto il mondo ve lo consiglio non già perchè io l'abbia letto, ma se il solo sentirne parlare m'ha dato i brividi, immagino il resto.
Brava Luana.

1 commento:

  1. Una bella soddisfazione! Una recensione più per l'autrice che per il libro, ma che introduce e "prepara" il potenziale lettore. Originale approccio. Mi è piaciuta e mi rivedo in questa frase "... uno scrittore stabilisce un rapporto quasi umanizzato con ciò che ha scritto, e forse continua a parlarci, anche quando lo conosce benissimo, per scoprirne cose nuove". Verissimo!

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