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mercoledì 18 febbraio 2015

A fior di social, la prima instawalk ad Agrigento

Quando Monica m'ha chiamato un mese fa, la conoscevo appena. E' seguito un caffè, poi un cappuccino e un maritozzo diviso a metà, perchè era la seconda settimana della mia finta dieta, prevedibilmente presto fallita come tutte le altre. Monica Brancato studia Medicina, ha 30 anni, e un piercing sulla lingua che ogni volta che le parlo mi distrae, mi fa pensare che lo vorrei fare anch'io, prima di stramazzare al suolo svenuta e lunga lunga, spalmata come uno sgombro sottolio, al solo pensiero. 

Tra un morso e l'altro - lo zucchero che mi resta sul muso - Monica mi parla di un'iniziativa, e lo fa col sorriso bello che hanno le persone quando un'idea gli piace assai: "Vale, facciamo l'Instawalk!". Mi pulisco le dita caramellate, mando giù un goccio d'acqua per schiarirmi la gola edulcorata, e le chiedo: "Monì, ma che è l'Instawalk?". E lei, sorriso fisso, mi spiega.

Una passeggiata nel centro storico delle nostre città, per riscoprire gli angoli perduti, gli anfratti ignorati, i palazzi crollati e pavimenti dislocati su macerie di soffitti, dimenticati da tanto di quel tempo da non saperne l'esistenza. Però anche  - mica solo cose brutte - le pareti rinnovate, l'arte antica e quella antichissima, i tesori da preservare, la natura prepotente e i colori della stagione che arriva. Il tutto attraverso la fotocamera di un cellulare, caricando ogni click su Instagram sarà possibile mandare nell'immenso web la nostra città, coi suoi aspetti più detestabili contrastati da quelli più grandemente amabili.

L'idea trova culla nel canale IgersAgrigento (@igers_agrigento), ovvero la community Instagram che raccoglie nel suo spazio le immagini più rappresentative del nostro territorio, en plein air: al mare, per strada, mangiando ravioli fritti e impastando pane sul tavolo di casa; insomma racconta tutta la nostra sicilianità estrema, in riquadri ad effetto o brevi clip da 30 secondi.

IgersAgrigento è gestito da Antonella Giovinco, una ragazza di Menfi che ho chiamato dopo la colazione con Monica, e anche se non l'ho vista, dalla voce ho capito che dietro alla cornetta c'era lo stesso sorriso. Dunque, la prima insta-passeggiata sarà ad Agrigento, il 15 febbraio alle 10 del mattino, ci si vede tutti a Porta di Ponte e poi giù, lungo tutta la via Atenea seguendo la sfilata della sessantesima Sagra del Mandorlo in fiore. Bimbi, musica, strade, colore, folklore.

Ed è subito primavera anche negli hashtag suggeriti da Antonella e Monica da inserire nelle foto: #igersinfiore oltre che naturalmente #igersagrigento , per raggruppare tutti gli scatti all'interno di un solo ambito. Igers sta per instagramers, ovvero utenti del social più utilizzato per la modifica e la condivisione dei propri rullini digitali.

Da utilizzatrice, l'ho usato anche per imparare a cucinare prendendo spunto dai canali in cui la gente condivide ricette e piatti, serviti su vassoi e insalatiere domestiche che Carlo Cracco in confronto c'ha quelli di plastica Dacca che si aprono a metà al primo colpo di coltello; dal canto mio amo ricambiare le offerte del photo food sharing - che in inglese fa tanto figo e international, ma vuol dire solo condivisione di foto di roba da mangiare - inviando le mie parmigiane di melanzane e pesce spada e i miei tortini al cioccolato preferiti nei dintorni, e di cui vi parlerò meglio in futuro. Ovviamente non fatti da me, che mi limito comunque al risotto Star. Con o senza Instagram.

Comunque, quando ho chiesto a Monica il perchè di in fiore, oltre all'ovvio richiamo alla Sagra folkloristica e alla bella stagione incipiente, m'ha detto che sperano che da questo momento - storico, sociale, agitato - possa fiorire una nuova primavera per Agrigento, rimasta coperta da foglie secche e brutti rami troppo a lungo. Spera che l'Instawalk sia un modo efficace di condividere con la community la nostra tradizione e le nostre innegabili bellezze.

Io sono d'accordo e credo che mostrare la variegata quantità - e qualità - di elementi che compongono il complesso quadro urbanistico, passato e presente, dei nostri luoghi, possa servir da monito ad una ripresa. Un po' come tirar su il tappeto sotto il quale s'è nascosta la polvere molto a lungo, e una volta presa coscienza che la polvere ci sta, ripulire bene con la scopa di lana antistatica con cui mia madre mi obbliga a raccogliere i coniglietti da sotto il letto.

Ridare voce ad un circolo di imprenditorialità giovane, che tanto sta facendo per ripopolare le nostre piccole città, è ciò che va raccontato parallelamente a dei luoghi che il cittadino - nel suo piccolo - ha il preciso dovere morale di custodire e promuovere al meglio, con gli strumenti a sua disposizione e con tutta la meridionale energia che sempre ci accompagna.

Quindi vi invito tutti ad esserci, cellulari alla mano, caffettino e si va. Prima tappa: Agrigento. Non saremo Cartier Bresson, ma in qualche modo la cuntamu.

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