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mercoledì 6 maggio 2015

Gli zingari dello studio e la generazione erasmus: Enzo Lauretta si racconta

Enzo è un mio vecchio amico.
Figura sottile, sorriso disegnato di default, una bottiglia a portata di tasca o in braccio a mò di pargolo da cullare, capelli sempre lunghi alla spalla, spesso raccolti in un codino - quando l'ambito richiedeva compostezza - o sciolti liberi nelle tante serate che ci hanno visto brindare insieme a qualcosa di bello, a Catania o ad Agrigento. Proprio nella prima, città dei nostri studi, ho potuto conoscere non solo il personaggio ma la persona - per tirare in ballo la distinzione letteraria che tanto gli è cara - e sapevo che prima o poi avrebbe sfornato quello di cui oggi vi parlo: il suo primo libro, Gli Zingari dello Studio. 

Il mio amico è sempre stato uno libero,e non solo ha scritto il suo libro - racconto dalle tinte fortemente autobiografiche - ma s'è guadagnato uno spazio anche su CheFuturo!, che l'ha inserito tra i 5 ebook del momento, frutto di personal book branding, che permette a molti giovani autori di pubblicare e promuovere il proprio prodotto in formato digitale. Così si parla dello zingaro in questione nell'articolo del celebre almanacco dell'innovazione italiana:

Enzo Lauretta con il suo libro d’esordio “Gli Zingari dello Studio” edito da Nativi Digitali, presidia praticamente tutti i canali social, da Facebook a Instagram con un evidente programma editoriale tailor made per ogni policy social. Uno scrittore che è anche traduttore del suo stesso libro, ideatore della copertina, regista, sceneggiatore e attore del booktrailer presto in uscita. Racconta le storie di studenti universitari Erasmus e non solo. Beppe Severgnini è solo dire “Erasmus, i soldi meglio spesi dall’UE”. Diversi eventi e presentazioni nelle prossime settimane, in occasione della settimana  Europea della Gioventù dal 27 Aprile al 10 Maggio e per il Salone del Libro di Torino.

Così, ho acquistato Gli Zingari dello Studio, e ho chiesto ad Enzo Lauretta di raccontarmi come inizia e si conclude - ma non ne sono sicura - la storia di Lorenzo Brigante, studente erasmus, globetrotter per passione e pasionario di talento. Un racconto lungo un erasmus, o una vita, a seconda dell'esperienza che conduce al viaggio, alla scoperta, allo scambio e alla crescita di una coscienza collettiva che non si ferma al confine del proprio spazio vitale. Mi ha parlato:

Tutto ha avuto inizio quando il mio aereo è decollato, no aspettate un attimo-no, dunque, come dire-non è una storia di aerei che decollano-si in effetti l'inizio dovrebbe essere proprio questo."In effetti l’inizio potrebbe essere proprio questo, così come del resto anche il titolo del libro: L’appartamento Spagnolo. Tanto per citare uno dei tanti film citati nel libro. Ambientato come L’appartamento Spagnolo in Spagna anche sebbene nel caso del mio libro il nome del posto in cui si svolgono le vicende non figura nemmeno perché in realtà potrebbe essere qualsiasi città di qualsiasi Paese, così come in fondo quella del titolo non è che un’espressione che designa un luogo in cui vi si trova ciò che vi si porta come ripeto anche nel mio libro; ad ogni modo o adognimmodo - secondo lo stile de Gli Zingari dello Studio che vuole intenzionalmente, da qui poi anche le sgrammaticature, riflettere tutte le caratteristiche del parlato - le citazioni cinematografiche così come le ripetizioni sono frequenti perché il personaggio principale è per sua stessa ammissione un cinemaniaco, oltre ad una serie di altre cose, e si serve di metafore cinematografiche per spiegare la realtà che lo circonda.Gli Zingari dello Studio come L'appartamento Spagnolo è la storia di un viaggio. La trama è semplice: c’è un inizio che coincide con la partenza, il soggiorno e una fine che coincide con il ritorno, quello che conta, però, più che la trama è il contesto che fa da sfondo alle vicende dei personaggi.Il libro nasce all’indomani della mia esperienza di studio all’estero, per la quale come preciso sempre, non utilizzo mai la parola Erasmus che non ricorre una sola volta, ma mi servo invece di questa espressione da me coniata che indica una “condizione” nella quale chiunque può essersi ritrovato per un periodo circoscritto della propria vita e che riguarda più in generale qualsiasi esperienza di studio che implica uno spostamento, sia esso all’estero o meno. Una volta ritornato ho trascritto gli appunti e ho quindi cominciato a scriverlo, impiegando quattro mesi per finirlo anche se non l’ho mai terminato veramente perché di volta in volta nel corso degli anni ho poi aggiunto anche altre parti relative ad esperienze successive alla mia fino a che l'incontro con la casa editrice di Bologna, Nativi Digitali non ha portato alla versione definitiva. Ho deciso quindi di non perdere l'occasione di occuparmi in prima persona di quasi tutto quello che riguarda il libro finendo in pratica con l’essere oltre che scrittore e traduttore anche ideatore della copertina, ideatore, scenografo e attore del booktrailer e curatore di tutta la campagna promopubblicitaria. Conseguentemente alla pubblicazione del libro ho pensato poi di ampliare la portata dell’opera, perché credo che  altrimenti finirebbe col rimanere li nelle librerie, digitali in questo caso visto che si tratta di un ebook, e si è così costituito come un progetto declinato secondo diversi canali e che prevede per esempio come nel caso di Instagram di dare un volto e una voce alle storie di chi si trova o si è trovato a vivere come me un’esperienza del genere e che magari potranno pure essere la fonte d’ispirazione, sempre sotto forma di romanzo,  per una seconda parte de Gli Zingari dello Studio che io spero di allegare alla prima in una possibile pubblicazione cartacea, così come in programma c’è anche l’idea di una web serie, che spero si concretizzi a breve, per la quale sto scrivendo la sceneggiatura e molto altro ma probabilmente mi sono dilungato anche troppo e del resto sono certo che potrei continuare per questo mi fermo perché credo di avere detto più o meno tutto, ringraziando Valentina per lo spazio ed invitando tutti a seguirci sui canali dei libro. 
Veramente, Enzo devo ringraziarlo io, per avermi insegnato un numero spropositato di parole in spagnolo e l'importanza del viaggio, interiore prima che nel mondo, unica chiave di lettura felice della vita. In fondo le chiavi sono l’unica cosa che conta. Si può anche uscire senza preservativo, senza telefono, persino senza soldi. Ma mai senza chiavi. 



Twitter @zingaristudio
Instagram | @glizingaridellostudio
Hashtag | #GliZingaridelloStudio

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