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giovedì 29 agosto 2013

#semilasciconlarte - Focus on Laura Sardo

La prima volta che ho visto un dipinto di Laura - e lei lì che lo teneva stretto fra le mani e me lo raccontava- ho subito capito che prima o poi avrei scritto di lei. E' successo in un tempo relativamente poi, cioè oggi.
E' un'artista. Di quelli che non hanno neppure bisogno dell'A maiuscola all'inizio, chè artisti lo si è oppure no, e mi sa che il concetto non è così diffusamente interiorizzato.
Con lei voglio inaugurare una sezione particolare del mio blog, quella che dà spazio ai talenti, con dei focus unici e ben fermi sulla figura di chi fa, sente, produce qualcosa di bello: #semilasciconlarte

Laura Sardo, classe '91, nasce cresce vive studia dipinge crea soffre gioisce a Favara.
Ha una perfezione clinica nel riportare su carta il Mondo tutto, dalle tinte più dark e sofferte, alle più eteree e gioiose. I colori rappresentano per Laura un canone comunicativo universale: quando lei disegna, parla. E lo fa con un iperrealismo che soddisfa la vista, la riconcilia con la realtà, la riporta coi piedi per terra, denudandola dell'emozione nascosta o taciuta. E' un'arte sincera.
Quando ho conosciuto per davvero Laura mi è subito arrivato netto lo sradicamento con Favara, Agrigento, la Sicilia e alla fine, per certi versi, ho capito anche col Mondo. Perchè lei è così, sotto i piercing e il mascara nero e i tatuaggi vistosi e tutta quell'armatura da simpatica ribelle, Laura con la mente pare vagare tra tutti gli universi possibili: quelli della fantasia. E nella fantasia trova ispirazione, aria, spazio creativo, coraggio, contaminazione, lei è la rottura di ogni limite terreno. Questo la rende artista, questo la rende più donna.

Una sera di qualche mese fa ci ritroviamo sedute di fronte ad un grosso tavolo di legno, pub di due nostri amici, io una zero cinquanta bionda, lei un tè alla pesca.
Là, ma tu cosa vorresti fare?
Lei vuole andare fuori, al nord, a fare l'Accademia delle Belle Arti, ma questioni di tempi, luoghi, denaro ed altro non glielo permettono. E' bella, molto bella, di una Bellezza dura alla vista e disarmante al contempo, farcita di una dolcezza e dei modi di fare così delicati e misurati da risultare inaspettati, incredibili. S'incazza, facilmente, per le cose storte, le cose fatte male, che non rispettano le simmetrie e l'ordine perfetto. S'incazza per le ingiustizie.
E' una  F.U.N. , una della Squadra del Castello, una di quelli che s'è alzato su le maniche per fare bene le cose, farle filare meglio. Ieri un suo aggiornamento di status su Facebook, che vado qui a condividere per intero, mi colpisce e decido che è lei la prima di cui voglio scrivere in questo blog:

<VENGHINO SIGNORI VENGHINO... Allora gente, la crisi è la crisi ed io sono vicina come non mai alla pazzia. Voglio prendere in affitto un magazzino o un appartamento per farci un piccolo studio di pittura, un luogo dove posso liberarmi dal peso del mondo e dove posso finalmente dare vita ai miei progetti, che a causa di forze malefiche non prendono vita nel luogo in cui vivo. Se volete contribuire basta poco: FATEVI FARE UN RITRATTO! I primi 50 con soli 20 euro si porteranno a casa un regalo che dura tutta la vita. Affrettatevi, le occasioni non mancano mai e con poco potete stupire le persone che amate. Basta con le t-shirt che si restringono dopo qualche lavaggio, basta con i fiori che appassiscono dopo un paio di giorni, basta con i profumi e basta a tutti quei regali che nel giro di poco passano di moda o diventano inutilizzabili. Un ritratto è per sempre (e poi è per una buona causa e il regalo in realtà ve lo sto facendo io)..  VENGHINO SIGNORI VENGHINO...>

Eccola, ha tirato fuori gli artigli un'altra volta, mi sono detta. Ha un sogno e la sua arte è ciò che può realizzarlo. Così le scrivo, condivido la notizia, invito i miei amici - e i lettori - a farsi ritrarre e poi le chiedo di raccontarmi cosa succede quando vivi a Favara provincia di Agrigento, che adesso sta rinascendo ma c'è ancora tanto da fare, le chiedo quant'è dura per un'artista - che nel tempo libero fa anche cocktail buonissimi - vivere la crisi economica e non solo, resistere, combatterla.  E poi sento l'esigenza di sapere altro.

Come stai quando non disegni? cosa provi quando qualcuno ti fa un complimento? Come vedi il tuo futuro qui, la tua arte in questo posto e cosa ti motiva a non mollare?

Mi risponde subito: In questo periodo di forti pressioni e delusioni, l'arte è la mia unica valvola di sfogo. Molti pensano che dipingere o disegnare sia una cosa semplice o una cosa bellissima, ma non sempre lo è. Proprio ieri parlavo con un amico di questa cosa ed ho provato ad analizzare le motivazioni che mi spingono a voler fare quello che faccio. In un momento delicato e triste come il nostro, sento il dovere di dover ricordare al mondo che ci stiamo scordando di una cosa molto importante: l'introspezione.
Spesso l'arte ha a che fare con temi pesanti e la semplificazione è eccessiva e le opere non sono chiare come dovrebbero. Mi ritrovo ad osservare l'arte contemporanea che secondo me, manca d'impatto visivo. Molte delle opere che vedo sono belle e dietro nascondono un concetto molto forte, ma credo che per descrivere un concetto molto forte bisogna utilizzare delle immagini forti, chiare e complete. Non sempre possiamo lasciare tutto questo enorme spazio all'interpretazione, e purtroppo quattro macchie su tela non bastano per descrivere il vuoto che provo dentro. Magari qualcun altro penserebbe di lasciare la tela bianca per raffigurare bene il vuoto, ma il vuoto non è così. Quando ci si sente vuoti in realtà si immaginano mille vite, mille situazioni, mille passati e mille futuri e questa è quell'introspezione di cui ci stiamo dimenticando e l'introspezione non è una cosa semplice o che si può semplificare nei dipinti..Questi viaggi interiori che sono più grandi delle distanze che noi possiamo percorrere sulla terra, hanno bisogno di spazio, di essere vissuti nel modo più doloroso e completo ed è per questo che scelgo di raffigurare molte opere utilizzando tele molto grandi che devono essere riempite da una piccola e banale biro. Voglio evidenziare il mio grande lavoro anche attraverso i mezzi. E' difficilissimo riempire una tela enorme lavorando con una Bic che non ti da la fluidità e l'immediatezza dei colori ad olio, delle vernici o degli smalti.. Devi perderci un sacco di tempo e devi concentrarti, ma proprio tanto! E questa dedizione e questa dimostrazione d'impegno, manca oggi, non solo nei dipinti che vengono fatti e conclusi di getto, ma manca anche nei rapporti personali. Quindi questa scelta per me, è proprio una sfida. Sto sfidando i miei mostri e gli sto dedicando del tempo, invece di lasciarli lì nella speranza che prima o poi se ne vadano e sto sfidando l'arte, che ormai è solo riassuntiva. Io la vita non la vedo come un riassunto semplice, proprio per questo sto promuovendo dei ritratti ad un prezzo così basso, la vita non è semplice con me e non ho ne un lavoro ne un grande sostegno e allora devo faticare il doppio per pochi soldi pur di aver un piccolo studio di pittura e se questi sono i miei mezzi e le mie possibilità, non mollerò. Mi chiede se voglio sapere altro, le dico che mi basta così, che ha già detto tanto, che si è raccontata con le parole come fa coi suoi dipinti. Senza remore alcuna, con la sana paura di chi sa di avere un potente dono e vuole perfezionarlo, farlo funzionare nel senso che merita: il più alto.
Così chiudo il primo focus di #semilasciconlarte. Lei è Laura Sardo che nasce cresce vive studia dipinge crea soffre gioisce a Favara. E spero realizzi il sogno di andare a Torino all'Accademia, ma che poi ritorni perchè io, noi, Favara, questo posto ha bisogno anche di lei.
Adesso scusate, le commissiono un ritratto. Magari il mio.

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