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martedì 1 marzo 2016

Il compleanno di mio padre e il marzo della dieta.

Oggi è il mio primo giorno di dieta.
Perchè è il primo di marzo, ed ogni anno a marzo io comincio a soffrire per le maniglie dell'amore. In questi giorni una mia amica ha scritto una frase verissima: Quelli che hanno sofferto molto li riconosci dall'importanza che danno ai carbodrati.
'sti cazzi, è vero.
Se siete anche voi di quelle che fanno il conto delle calorie in testa, prima di ingurgitare un qualsiasi tozzo di pane, prego accomodatevi, questo post è per voi.
Comunque, il vero problema è sorto quando ho chiesto a mia suocera di fare un po' di spesa per me, dato ch'ero a letto con l'influenza: pane, latte, prosciutto crudo e nutella (sì, è inclusa nella mia dieta, a piccole dosi, ma c'è). Lei m'ha portato il barattolone da mille grammi, e mille grammi di nutella non si possono semplicemente intagliare con la punta del coltello la mattina, no. Mille grammi di nutella li devi scavare col cucchiaione, col mestolo, con la pala meccanica, li devi rivoltare, scoprire, sezionare, devi andare a fondo e devi riempirti la gola fino a quando la gola stessa non ne può più. Ci devi fare l'amore, va.

Il marzo della dieta mi ha condotto sempre ad ottimi risultati. Una cosa l'ho capita però in questi anni: non sarò mai una magra. Potrò essere una meno grassa, una più in forma rispetto a qualche mese fa, ma una magra no, mai. Perchè alla fine, comunque, con certe fortune ci si nasce, e io non ci nacqui. E poi mi piace il cibo, quindi non si può fare.

Ieri sera, Gabriele ed io, ci siamo dedicati la nostra cena fuori settimanale. Alessandro m'ha preparato gli spaghetti con un'aragosta più grande della mia testa, e ce ne vuole perchè io di cappello porto la 59. Era il compleanno di mio padre, così gli ho inviato la foto su Whatsapp e gli ho detto: io ti sto festeggiando così, quando scendi giù in Sicilia, questo è quello che ti aspetta.
Lui stava mangiando dei pasticciotti francesi in compagnia di alcuni amici terroni trapiantati al nord, per lavoro anche loro.

Quando un padre compie sessant'anni, ti rendi conto che è grande davvero. E comincia ad essere pronto a sdoppiare la sua figura di papà, per diventare nonno. Ho scritto a mio padre: sei bellissimo in questa foto! M'ha risposto che, con quella barba bianca si sente Babbo Natale. Per me lo è sempre stato; quand'ero bambina, la vigilia di Natale mi chiudevano in cucina a mezzanotte, perchè Babbo Natale era arrivato ed era in salone. Io, logicamente, non dovevo guardarlo perchè lui era timido coi bambini - questo mi dicevano - e se solo avesse incrociato il mio sguardo, sarebbe letteralmente morto di vergogna. Io spiavo dalla serratura della porta, dalla piccola fessurina della chiave, non vedevo nient'altro che le luci dell'albero ad intermittenza, e la sagoma di mio padre, che la forza del sogno mi faceva credere stesse contrattando con Santa Claus o lo stesse aiutando a montare la cucina di Barbie. Ma Babbo Natale e mio padre erano un'unica persona. E anche adesso, a giudicare dalla sua barba, continuano ad esserlo.

Siamo fuori tempo, lo so, ed è quasi Pasqua, una letterina però voglio scriverla lo stesso, chissà magari domani mattina mi sveglio e trovo un regalo sotto la pianta di basilico del balcone di casa nostra. Voglio che mio padre sia felice e che il suo nuovo lavoro lo faccia sentire appagato sempre. Voglio che mi porga il suo braccio sulla navata di una Chiesa, quando Gabriele sarà là ad aspettarmi. Voglio che mio padre rifaccia coi miei figli quello che ha fatto con me in un tempo non troppo remoto: il panino col prosciutto, il cornetto con la nutella e tanto zucchero a velo, prima di andare a scuola, e prendermi in braccio per salire le scale di casa, fino a dieci anni, e venire a recuperarmi di notte ovunque dopo le mie prime sbronze adolescenziali. Voglio che mio padre possa tornare a guidare la sua bella e grande auto, ferma in garage da troppo tempo. Voglio che se anche non accadesse, vada bene lo stesso. Voglio che sia felice, tanto, e che sia con me quando firmerò il mutuo della mia casa, quando acquisterò un frigorifero, quando devo scappare a lavoro e i bambini restano con lui. Voglio che faccia a loro il gioco di scopri cosa sto disegnando, che erano sempre caffettiere e Ferrari. Voglio che mio padre sappia quanto lo amo e quanto grata gli sono per avermi regalato il suo carattere, buono e pacato, positivo e sincero.
Voglio che mio papà, il prossimo compleanno lo passi con me.

Vado a mettere latte e biscotti sotto il basilico, non si sa mai.

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