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giovedì 8 marzo 2018

La festa della donna per me: variazione sul tema mamma.

Questa mattina, in ordine, mi è stato detto che: sono speciale, profumo d'infinito, reggo il cielo, ho una marcia in più.
Perchè sono donna.
«Eh, ma sai Vale noi festeggiamo per la parità. Noi veramente abbiamo qualcosa in più. Siamo forti, siamo multitasking, sappiamo soffrire in silenzio, gli uomini neppure sono in grado di fare quello che facciamo noi.»
Brave. Io, onestamente, non mi sento più speciale, grandiosa o forte del mio compagno: mi sento uguale e diversa al contempo. Non di meno, non di più.
Tempo fa ho letto, condiviso da qualcuna sulla mia home, un post molto triste sulle donne in gravidanza. In buona sostanza, il post diceva che i papà non possono valere quanto le mamme, perché alle mamme cresce la panza, le mamme vomitano, le mamme soffrono il parto, le mamme c'hanno il bambino dentro per nove mesi, le mamme stanno sveglie le notte per allattare, e tutto il resto, dunque: cari papà, ci siete serviti per mezzo grammo di seme, ma non contate un cazzo. E tutte giù a commentare: quant'è vero, parole sante, loro non possono capire.
Brave.
A questo punto: auto-inseminatevi e fate le madri single, tanto avete una marcia in più. Gli uomini, in fondo, a che servono?
Il mio compagno questa notte si è alzato alle 4.30, per andare a lavorare.
Tutte le notti sgrana gli occhi, ogni volta che mi alzo per fare la pipì (tante). Dopo aver lavorato e aver provveduto ai bisogni economici della nostra famiglia, pulisce la nostra casa, mi prepara da mangiare e si stira da solo la divisa del lavoro, dato che molte volte non riesco a muovermi dal letto. Mi ha tenuto la testa ogni santa volta che ho avuto le nausee, ad ogni incontro con la ginecologa - in pratica - le fa più domande di me, e confronta i prezzi delle tutine e dei passeggini, per capire quale acquistare. Ad ogni test negativo, prima di Fillino, Gabriele era triste e frustrato tanto quanto me. E io avrei una marcia in più, rispetto a lui? Perchè? Perchè nostro figlio è dentro di me?
Sei fortunata tu Vale, mio marito non ha mai fatto così.
E mi sa che hai sbagliato marito, allora, bella mia.
E poi questa benedetta parità dei sessi di cui tanto parlate, ogni otto marzo: ancora? Sul serio?
La qualità di una persona si valuta in base a molteplici aspetti, collegati al suo essere - appunto - essere umano, sul piano professionale, affettivo, solidale, familiare e tanto altro. Tutte cose non dipendenti dal suo avere la fiora o il piripirino. Ora: se continuate a voler affermare il vostro status sessuale come pari a quello opposto, fate - non solo una cosa inutile - ma perfino dannosa. Dovremmo, tutti quanti, non essere determinati dalla nostra sessualità e da ciò che essa comporta. Le donne non sono migliori degli uomini, gli uomini non sono migliori delle donne: siamo diversi e non potremmo - giustamente - mai essere uguali. Per fisiologia: omnis negatio est determinatio.
Poi però se trovate il riccone che vi fa sentire regine, e non dovete lavorare più un giorno nella vostra vita, va tutto bene. Ok.
Il punto è un altro: questa cesura sessuale (io donna wow, tu uomo bleah) ha avuto l'effetto esattamente contrario, determinando - di fatto - un capovolgimento e un ribaltamento dei diritti e dei doveri, a tratti imbarazzante. Quante volte avete letto, nelle locandine delle serate in discoteca, "ingresso free per le donne"? Qualcuna ci crede pure alla galanteria, alla cavalleria: no, voi entrate gratis perchè la figa tira, e chiama gli uomini, e gli uomini pagano, e vi offrono da bere (qualche volta per aumentare le possibilità di scoparvi nei bagni), e i soldini girano. Per proprietari del locale, per chi organizza, per chi sbiglietta: solitamente uomini (non tutti, ma tanti).
Durante qualche colloquio di lavoro, mi è stato chiesto se fossi sposata.
Come mai questa domanda?, ho chiesto io.
Eh, perchè si deve anche capire se hai intenzione o c'è la possibilità che resti incinta. Poi la devo pagare io, la tua gravidanza.
In un altro posto, dovendo scegliere tra due ragazze chi avrei dovuto assumere, mi è stato chiesto di non scegliere quella appena sposata, perchè: se questa resta incinta e ci molla, noi dobbiamo pagare anche un'altra persona che la sostituisca, e lei se ne sta a casa.
Eccola qua, la vostra parità, quella per cui lottate nelle pizzerie, con la gola squarciata dal karaoke e le tette di fuori, mentre i vostri stipendi - in ogni caso - saranno sempre più bassi del vostro collega uomo, e poi - se sarete vittime di stupro o violenza - ve la sarete cercata, e se il vostro ex vi minaccerà e renderà la vita impossibile, nessuno potrà fermarlo, perchè le forze dell'ordine hanno le mani legate, e vi tapperanno la bocca con un'infima quota rosa nel mare delle ingiustizie quotidiane, e dovrete scegliere se lavorare o avere un figlio, e poi sorriderete per una mimosa, dimenticando che in fondo - tutte le lotte delle donne del mondo - sono servite a poco, se poi vi perdete in uno spogliarello di un uomo unto e sudato su un cubo.
Probabilmente, non ha poi molto senso manifestare in memoria delle vittime di femminicidio, se poi la cattiveria che riservate ad altre donne è, a tratti, esemplare.
Se dovete fare le femministe, fate le femministe vere, quelle che credono in qualcosa, e non in una colazione tra femmine - dopo aver lasciato i bambini a scuola - a sparlare per due ore di altre femmine. Date un senso alle vostre vite, con garbo e intelligenza, e ribellatevi se un uomo è una merda: non fate di tutti gli uomini la merda.
Io, una marcia in più, so di averla quando faccio squadra col mio uomo che, devo dirlo, è incinto insieme a me. Una marcia in più, so di averla quando ottengo un buon risultato. Una marcia in più, so di averla quando faccio il bene.
Non perché sono donna, ma perché sono Valentina: il risultato di una mamma, ma anche di un papà.

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