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giovedì 14 gennaio 2016

Aiuto, sono una casalinga!

E me ne sono accorta stamattina, quando ho aperto gli occhi e il mio primo pensiero non sono state le statistiche di Instagram, ma la lavatrice da far partire.

Che sono una casalinga, lo dico con una punta di fierezza, ma mille di disfatta. La mia casa adesso mi comanda ed io, inevitabilmente, devo obbedire ai suoi infiniti ordini. Sì, perchè ci sono giorni che farei a meno di mangiare, pur di finire quel maledetto capitolo della tesi, ma la fame è in agguato e via, si cucina, si pranza, si cena, e montagne inspiegabili di posate, pentole, mestoli, caffettiere, tazze e pelapatate. Come abbiamo fatto a sporcare così tanto, così tanta roba? 

La resa avviene di solito nel momento in cui infilo le mani dentro il lattice verde dei miei guanti Vileda, perchè ogni tre settimane Nadia mi fa una manicure perfetta e l'acqua è assassina, e inizio a scrostare. Sgrassatore, paglietta, spugna, detersivo e inox brillacciaio. Dopo un'ora la cucina è linda, butto un occhio al tavolo del soggiorno dove ormai albergano da mesi i miei libri di latino e il buon senso da studentessa rimonta sul mio ego distrutto dall'odore di fritto delle polpette. Metto su un caffè, caffettiera da 5 per la sola me stessa, e afferro un esercito di evidenziatori per scatenare l'inferno contro le pagine e i mille versi. E' lì che lei entra in scena, silenziosa. E' lì che lei guadagna terreno, prima con un lembo, poi avanzando un polsino e i bottoni. Infine mostra il colletto, angolo critico, e mi schiaccia al suolo. La camicia sporca di Gabriele, la bastarda. Lavami, se sei capace dai. Pretrattami, stendimi e alla fine, se ne hai ancora, stirami, perchè che camicia stronza sarei se non ti obbligassi a stirarmi? Perderei credibilità nel mio ambiente, fatto di pieghe invincibili e macchie non smacchiabili. Mi arrendo nuovamente, e un'ora segue all'altra inesorabile, accompagnandomi dolcemente a quella della spesa, l'ora più tarda, quella dei lavoratori.

Quando arrivo al supermercato alle otto di sera, la cassiera vorrebbe riempirmi l'esofago di bollini e finirmi a colpi di occhiaie. La cassiera, alle otto di sera, diventa killer. Allora mi sbrigo, perchè la capisco, e con un rapido calcolo prendo tutto ciò che serve a casa, dimenticando puntualmente la metà delle cose, compresa la carta igienica, di cui mi ricordo poi al momento cruciale: quando c'è da pulirsi e intorno solo rotoli di cartoncino marrone, vuoti e senza anima.

Io non sono nata per essere una casalinga, eppure arriva un momento in cui se non ci pensi tu, nessun altro lo fa. A meno che tu non faccia Onassis di cognome, in tal caso una ventina di persone sono pronte a farlo per te: a stirarti le camicie, a lavare il pavimento e a raccogliere i calzini di tuo marito che dimentica sparsi per casa e che puntualmente ti tocca individuare con un radar olfattivo prototipo NASA. Poi essere una casalinga ha anche i suoi benefici, la palestra ad esempio non serve più: hai idea di quante calorie si brucino a spurgare lavandini? Te lo dico io: 250 kcal per ogni ora di spurgo. L'equivalente di  un cornetto e un cappuccino, Conveniente, alla fine.

E sì, se vi state chiedendo se danni ne ho fatti, la risposta è a migliaia, però quell'asciugamano di spugna bianca non è tanto male neanche in rosa, e il servizio di sei bicchieri da birra è funzionalissimo anche in due. Alla fine, sono sincera: un poco mi piace, e non me l'aspettavo. Perchè, quando resto sola alla fine del giorno con la vita che ho scelto per  me, per noi, la nostra casa ha il profumo delle nostre piccole grandi vittorie, delle cose ottenute con fatica. com'è da sempre. E se questo vuol dire saltare giù dal letto e premere il tasto AVVIA del programma Cotone, prima ancora di aver preso il caffè, a me va bene così. Sono felice.

Ok, abbiamo scherzato: torno a dormire.

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