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martedì 12 gennaio 2016

Perchè sono una blogger? Per 'sta minchia.

Per ora mi capita spesso di dover raccontare la nascita di Semilascinonvale e, conseguentemente, motivare il mio impegno e la costanza che metto - più o meno - nella gestione del mio blog. Io racconto spesso che ci ho provato a fare la giornalista, ma alla fine, data la mia graforrea congenita, gli spazi dell'articolo proprio non mi bastavano. Così ho aperto un blog.

Cos'ha di meno un blogger rispetto a un giornalista?
La verità è che una risposta non c'è, ed è inutile che me lo chiediate. Sono due categorie diverse, anzi due sottoinsiemi differenti di uno stesso insieme globale, che è la comunicazione. Le due attività poi, possono essere svolte a livelli più o meno apprezzabili, dal punto di vista dei contenuti e del lessico, e rivelare una qualità buona o scadente. Conosco molte persone che, fra l'altro, sono entrambe le cose: scrivono ottimi articoli di giornale e pubblicano post di vario genere e altissimo livello sui loro blog. Stop.

In verità, una persona che in ogni caso m'ha voluto dare fiducia c'è. Si chiama Michele Scimè, ed è il direttore di AgrigentoSette, il quale - avendo capito i miei palesi problemi di brevitas scriptoria - m'ha dato pure lui uno spazio blog all'interno del suo giornale online, che ho chiamato Per quel che vale, per rimanere sul simpatico filone dell'autoreferenzialità non troppo intelligente.
Sì, anche prima per qualcuno ho scritto eh. E a dirla tutta, 'pure al mio paese m'hanno cercato spesso, ma dopo aver capito che io non avevo voglia di ringraziare per finta il sindaco o altri politici locali, o di esprimere solidarietà/cordoglio e ipocrisie varie, o presenziare all'ennesima presentazione di libri di poesie scadenti o giornate contro la violenza sulle donne, o mostre di quadri orribili, o interviste a gente famosa entro i confini del cortiletto di casa, m'hanno mandato fanculo. Come io, reciprocamente parlando, feci con loro. Fine della storia. Non è che non ci ho mai pensato: ora m'impegno e faccio la giornalista, anzi, ci penso da quando nel 2008, appena approdata all'Università di Catania, mi misi subito a scrivere per un giornaletto chiamato La zanzara, in cui  mi si pagava cinque euro ad articolo. Poi ci fu la radio, poi la tv, poi ancora altri giornali, ma niente veramente mi ha dato soddisfazioni personali e gioie come Semilascinonvale. Ecco perchè a me va bene così.

Poi un blogger lo sceglie lui di cosa parlare. Io, ad esempio, sono una di quelli che parla di tutto e di niente. Viaggi, emozioni, cibo, eventi, la mia vita. E in tre anni non mi è mai successo di dover chiedere scusa per non aver menzionato qualcuno in questo spazio, nessuno mi ha mai dovuto strigliare o indicare il culo da leccare tramite le parole  che scrivo. Qua dentro è sempre rimasto tutto vero, pulito e sincero. Storie d'informazione e persone che vivono e lavorano qui, che trovano - in un modo o nell'altro - il coraggio di restare. Ho iniziato per loro e per loro sempre continuerò. Nei tempi e nei modi che scelgo.
Poi scrivo anche le parolacce, a volte. E quelle nessuno te le perdona, le parolacce si censurano. Alcuni direttori ti perdonano la pochezza di una grammatica carente o i contenuti banali, ma le brutte parole no. Invece io qua, se parlo di un padre di famiglia che non ha lavoro, posso raccontare la sua storia dicendo che mi sono rotta il cazzo di vedere la gente che fa una vita così di merda, per dire.
E il pardon posso anche ometterlo.

Ci provo a raccontarvi delle cose, qualche volta ci riesco e qualche volta no, come adesso, che sto scrivendo un post per lanciare un messaggio preciso, e il messaggio sta rimanendo tutto nella mia testa. Forse perchè, in fin dei conti, una piccola censura la applico anche io: si chiama rispetto, e quando questo viene meno, nessuno può definirsi professionista. Io ho scelto di fare la blogger per l'autenticità della mia rabbia o dell'ammirazione destatami dall'operato di qualcuno, e se tu ti ritieni superiore in quanto un giornale rionale ti permette di mettere la firmetta sotto le dichiarazioni sgrammaticate dell'Antonio La Trippa di turno, allora scusami tanto. Mi siedo, ti ascolto e prendo appunti su quanto sia facile montarsi la testa da queste parti, per nulla.

Io ho scelto di fare la blogger, perchè in fondo la mia fonte d'ispirazione principale sono i Giornalisti, quelli veri, a cui penso sempre con un po' di soggezione e da cui imparo sempre l'importanza delle parole nell'espressione dei concetti, che dev'essere libera, frontale e senza timori. Un'informazione depurata da compromessi, sentimenti di stupida rivalsa o critiche sterili, non richieste, verso chi neppure ci caga di striscio e alla fine, anche se non lo dice, un pochino per scemi ci ha preso dalla prima volta che ci ha rivolto la parola. Se avessi voluto fare la giornalaia, avrei seguito le vostre orme, ma ho preferito battere un'altra strada. Perchè?
Per 'sta minchia.

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