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mercoledì 22 luglio 2015

La mamma è sempre la nonna. - Vicende estive di una famiglia in vacanza

A pochi metri da casa di Gabriele, c'è una piccola spiaggia, chiamata appunto Spiaggetta, nella quale spesso mi reco in solitaria, dopo pranzo, per smaltire con una nuotata la pasta alla norma e i cannelloni di mia suocera. I cannelloni di mia suocera meritano un piccolo focus on, perchè lei non è di quelle che comprano tutto già pronto da compattare e mettere in forno, no. Lei il sabato pomeriggio prepara il sugo di pomodoro fresco, e la domenica mattina, alle otto, già l'intera casa è invasa dal profumo della besciamella sul fuoco e dalla carne a brasare per il secondo. Va al mercato a comprare la ricotta fresca, e poi dal suo fruttivendolo di fiducia a prendere gli spinaci. Non acquista i cannelloni già belli e pronti da riempire, no. Compra la sfoglia all'uovo , la ritaglia in rettangoli, dosa la farcitura di ricotta e spinaci e chiude ogni singolo cannellone a mano, badando di prepararne almeno il doppio rispetto al fabbisogno della famiglia e al numero di commensali. Sono certa che si metterebbe perfino a tirarla a mano, la pasta, se avesse un po' più di tempo libero. Resta comunque una forza della natura, perché a 64 anni tutte le mattine va in ufficio a prestare il suo onorato servizio e poi torna a governare casa meglio di una trentenne, sicuramente meglio.
Comunque, la Spiaggetta dista circa un chilometro e, nonostante il sole cocente degli ultimi giorni, amo percorrerla a piedi, con le infradito ancora non consumate dal sale e dalla sabbia, e con la mia borsa da mare super pesante.

Nella mia borsa da mare c'è tutto. Acqua piccola fresca (per idratarsi e non morire), acqua grande calda (altrimenti nota come piscio di mulo, per le emergenze di ogni tipo: morsi di medusa e sabbia negli occhi), protezione 30 per viso -  o meglio naso - e fronte, spray idratante al cocco per i capelli, protezione 50 per spalle, tatuaggi e tatuaggi sulle spalle, fazzoletti (due pacchi is megl che uan) e fasce per capelli di varie forme e tinte (a seconda del mood della giornata). Cibo no, Il cibo al mare è cafone, al massimo la frutta o un pacchetto di crackers, ma il cibo cucinato mai. Neppure i panini, tranne in caso di trasferta iperchilometrica da casa, in quel caso i panini ci stanno. Ma niente di più.

L'altro pomeriggio, stavo leggendo e alternavo il momento pancia in su-pancia in giù tattico delle migliori abbronzature Bilboa. Così, proprio vicino a me si è piazzata una famiglia di tre bambini più nonna. Due maschietti e una femminuccia. Test dell'acqua, bagno e partitella con l'erede del nostro vecchio Super Tele. La nonna attua il rito ombrellone, seggiolina, e cappello da pescatore per riparare la testa dalle insidie del caldo. Amooooore esci dall'acqua forza, Dai, ora asciugati, La vuoi la pesca? Aspetta che te la lavo, sono state le frasi di preludio all'intero pomeriggio di attenzioni e coccole verso i nipoti, che avranno avuto dieci anni al massimo. Fra l'altro non mi era mai successo che un bambino che mi tirasse addosso il pallone inavvertitamente, poi venisse a chiedermi scusa, uno di loro l'ha fatto. Mi è sembrato uno di quei gesti che Dio ti manda per persuaderti che l'umanità allora non è ancora tutta fottuta e la procreazione non è un concetto da sottovalutare.

Comincia a chiamare la mamma dei bimbi, ovvero la figlia della signora. Non origlio, ma siamo praticamente attaccati, sento tutto. Sì a mamma, stai tranquilla...sì, mi ascoltano...no, no...hanno mangiato la frutta! La testa ce l'ho fatta bagnare, a voglia a mamma, sì... travaglia tranquilla, ci vediamo stasera!
Ho capito allora che il papà e la mamma erano a lavoro e solo la nonna poteva accollarsi di portarli al mare, credo con non indifferente sacrificio dato che dalla sua espressione chiaramente avrebbe preferito essere altrove, per esempio nel salotto di casa con l'aria condizionata - messa piano però - a sonnecchiare davanti la TV guardando Il Segreto. Eppure, per amore della figlia e dei nipotini, era lì con 35 gradi di purissimo sudore e tre palline impazzite per la spiaggia da tenere d'occhio. Questa mi pare sia la storia di molti nonni, di cui si parla veramente poco, quelli che in ogni stagione si prendono cura dei figli dei figli, seppur con la stanchezza che gli anni e la vita hanno portato, così, senza volere nulla in cambio, se non un sorriso, un abbraccio, un ti voglio bene nonno. La loro funzione è assolutamente essenziale per molte famiglie con bambini piccoli, che sono costretti a lasciare a babysitter, vicini di casa e parenti, quando ogni mattina vanno a lavoro presto, soffrendo il distacco e la perdita del tempo più importante: quello in cui i figli crescono. Pagare poi delle persone che si prendano cura di loro, significa ormai di questi tempi rinunciare ad una parte significativa del budget familiare, ecco perchè molto spesso entrano in campo i nonni, per sgravare i figli dall'ennesimo pensiero. Inoltre, ho sempre sentito dire che i nipoti si amano e viziano il doppio di quanto si è fatto coi figli, questo completa il disegno d'amore infinito e spirito di sacrificio di cui dispongono.

Alla fine, il trio ha aiutato la nonna a riportare tutto in auto, facendo la lotta per chi dovesse prendere l'ombrellone - l'elemento più pesante e d'ingombro del corredo marittimo - e per chi dovessere alleggerirla di più, Nonna ora facciamo la pizza, Nonna ora guardiamo i cartoni, Nonna adesso la doccia la faccio per primo, vero?

E la risposta era sempre sì, perchè una nonna - a differenza di una madre - non sa mai dire di no.

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